“Il razzismo è una bruttissima bestia” – Intervista a Gian Antonio Stella

[/media-credit] Pubblico presente all’evento – Foto di Emma Scabbia

La sera di giovedì 12 ottobre Gian Antonio Stella, influente opinionista del Corriere della Sera, è stato ospite di CartaCarbone Festival, in occasione della pubblicazione della versione aggiornata del suo libro Negri, Froci, Giudei & Co: l’eterna lotta contro l’altro, edito da Rizzoli. Noi ragazze del Da Vinci abbiamo avuto l’occasione e l’onore di fargli qualche domanda.

È risaputo che Lei è un importante opinionista e che i suoi articoli hanno un certo peso nel panorama italiano. Ne sente la responsabilità?

Io credo che tutti ne debbano sentire il peso, che tu faccia l’assessore a Quinto Stampi o a Torbole è sempre una responsabilità, che sia la più grossa o che sia la più piccola, comunque tutti noi dobbiamo essere responsabili.

Come mai le sta a cuore il tema del razzismo e dell’”eterna lotta contro l’altro”?

Perché il razzismo è una bruttissima bestia che ha creato danni enormi in tutto il mondo. Dai 15 milioni di uomini in Africa che sono stati portati a fare gli schiavi in America, ai 17 milioni che invece sono stati portati nei paesi arabi in Medio Oriente, agli slavi chiamati così perché voleva dire schiavi, ai 42 milioni di servi della gleba in Russia quando è arrivata la rivoluzione. Insomma perché veniamo da un mondo che è sempre stato ingiusto e sarebbe ora di cominciare a ripristinare un po’ di rapporti tra le persone.

Noi, nel nostro piccolo, abbiamo notato che spesso i giovani affrontano con meno pregiudizi il tema del diverso rispetto agli adulti. Lei condivide il nostro punto di vista?

Certo, io conosco una maestra d’asilo che mi ha raccontato che quando insegnava c’erano due bambini sempre insieme, sempre sempre. Uno dei due bambini a casa parlava continuamente di questo suo compagno e, incuriosita, la mamma gli chiese di presentarle questo famoso amico. Al loro primo incontro, la mamma aprì la porta ed esclamò: “Ma sei negro!’’. Il figlio, altrettanto stupito, si voltò verso l’amico e gli disse: “Sei negro?!’’. Non se ne era accorto! Così siamo in partenza, poi certo, se c’è una cultura dietro che spinge all’odio, può succedere di tutto; mi ricordava oggi Alberto Melloni, un grande storico della Chiesa, che nel film Schindler’s list di Spielberg mentre passa il treno che arriva ad Auschwitz , i bambini polacchi fanno il segno “siete morti” agli ebrei. Se quei bambini non avessero avuto dietro una cultura profondamente anti-ebraica non si sarebbero mai sognati di fare una cosa del genere. È solo questione di educazione e di una vecchissima storia di pregiudizi che necessita di molto tempo per essere superata.

Per concludere, ci piacerebbe sapere qual è il dettaglio che porterà con sé di questo CartaCarbone?

Intanto questa chiesa meravigliosa, sia pure sconsacrata, in cui siamo; poi le persone. Ho visto tanta gente attenta, tanti ragazzi attenti e questo secondo me è importante perché ognuno deve aver modo di costruirsi la propria opinione.

Asia, Emma, Letizia, Liceo Scientifico Leonardo da Vinci 

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