Reportage dal mondo

Nella prestigiosa e storica sala dei congressi di Palazzo dei Trecento, abbiamo assistito all’evento Il Veneto coma carta d’identità. Il reportage di Piovene, Comisso e Parise.

Dei tre autori oggetto dell’incontro sono stati analizzati principalmente gli scritti che realizzarono durante i loro viaggi di cronaca giornalistica ed è emerso il solido rapporto con la loro terra natale, il Veneto.

Dopo la breve introduzione a cura della scrittrice Saveria Chemotti, la collega Elisabetta Baldisserotto ha parlato di Guido Piovene, autore e giornalista vissuto nella prima metà del ’900.

Vincitore del Premio Strega, Piovene dapprima si dedicò alla stesura di racconti, e solo in un secondo momento iniziò a produrre reportage per conto della RAI viaggiando soprattutto in Italia. Nelle sue opere evidenziò i formidabili mutamenti in corso nel Belpaese, dalla rapida industrializzazione alla tumultuosa e caotica crescita urbana, che in quegli anni portarono a una forte trasformazione del territorio.

A proseguire la conferenza è stata Annalisa Bruni, che si è occupata dei reportage di Giovanni Comisso. Attraverso alcuni estratti delle sue opere la scrittrice ha reso testimonianza del fatto che per l’autore trevigiano il Veneto sia sempre stato «la realtà di partenza, il luogo unico del desiderio, la patria mitica classica e immortale, la fonte del suo sangue». La regione in cui ha vissuto Comisso ci viene presentata attraverso i suoi occhi come un territorio “concreto e avventuroso” insieme: aggettivi che difficilmente attribuiamo alla realtà padana attuale, ma che forse potremmo imparare a riconoscere nei luoghi che ci circondano grazie alla lettura delle opere dell’autore di Giorni di guerra.

Saveria Chemotti ha concluso l’incontro presentando Goffredo Parise – scrittore, sceneggiatore, saggista e poeta –, una delle figure più importanti del panorama giornalistico italiano del Novecento, che con i suoi reportage ha raccontato in modo sublime realtà lontane da quelle italiane. Nella giornata di oggi sono stati considerati quelli su Vietnam, Cina e USA. Cara Cina descrive il suo piacevole soggiorno in Oriente, racconta l’incontro con realtà profondamente simili a quelle Venete che gli hanno riempito il cuore di nostalgia come l’odore caratteristico delle risaie vicinissimo a quello della laguna di Venezia. In Due tre cose sul Vietnam Parise si fa testimone di uno dei conflitti più sanguinosi della seconda metà del secolo. Noi siamo stati particolarmente colpiti da un passaggio in cui Parise racconta che sul corpo senza vita di un bambino ha notato un orologio disegnato con l’inchiostro, che gli ha ricordato della sua infanzia e di un’usanza dei bambini poveri della sua terra.

 

 

 

Foto e testo di Enrico Casagrande, Simone Liberali e Alberto Minuzzo

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