21 Marzo 2021 – Giornata Mondiale della Poesia

Treviso, Lunedì 22 Marzo 2021

Una corrispondenza poetica, penetrante, giocosa quella avvenuta a partire  dalla tarda mattinata di domenica, quando centinaia e centinaia di spie si sono sintonizzate per assistere in prima visione al carteggio contemporaneo proposto da CartaCarbone in omaggio alla Giornata Mondiale della Poesia: Ti corrispondo. Violante Vibora e Anna Orlando, Renzo Favaron e Claudio Pasi, Paolo Agrati e Roberto Mercadini, si sono visti recapitare a casa la busta sigillata di ceralacca, contenente tre domande “segrete” a cui i poeti hanno risposto ognuno per la sua identità stilistica.

A battezzare il confronto tra parole e versi sono state Violante Vibora (è appena uscito il suo libro “Quaderni dell’amore e del pericolo”, Ronzani Editore) e Anna Orlando con uno scambio emozionante, profondo e delicato, aperto con la dichiarazione che nulla è più poetico di una lettera scritta a mano. La Orlando tocca il nucleo espressivo di Vibora rivolgendole la domanda: “Violante dimmi, per te, la natura è matrigna o madre dolcissima?”, e la risposta di Vibora arriva con puntuale delicata profondità: “Domanda complessa, credo che non sia mai matrigna, questa è solo un’idea che si è fatto l’uomo. Egli fa parte della natura, volerla controllare fa solo del male”. Anna accoglie l’osservazione dell’amica poetessa sulla propria capacità di farsi corpo poetico con i gesti, le parole e gli sguardi; la sua voce trasmette quell’unica possibilità, che non è una scelta, di esprimere gli stati d’animo con la purezza del dialetto veneto. Si abbandona alle stimolazioni di Violante che chiede a quando una nuova raccolta e, affatto malinconica, Orlando risponde: “Ammetto che da un po’ mi sto dedicando alle condizioni pronunciate.”

Nel primo pomeriggio una forte densità di corrispondenza è stata trasmessa nel dialogo tra i poeti Claudio Pasi e Roberto Favaron,  entrambi con un nuovo lavoro editoriale pubblicato da Ronzani Editore: Ad cô dal vièl “In fondo al viale”di Claudio Pasi, e Renzo Favaron, Teatrin de Vozhi e sienzhi Teatrino di voci e silenzi”.

Pasi legge e racconta i suoi versi in un bolognese rustico orientale, idioma che rappresenta per lui “una sfida, un terreno tutto da esplorare, un viaggio nella memoria, una lingua anteriore”. Ha sviluppato una dedizione verso il disegno soprattutto negli ultimi 5 anni, perché “ciò che disegno precede, mi suggerisce, i versi.” La copertina dell’ultimo libro di Claudio Pasi riporta un suo disegno. Favaron  sottolinea quanto la sua produzione non sia avulsa dalla realtà in un’alternanza tra momenti poetici monologici e dialogici.

E’ dall’osservazione dice che “si ricavano immagini, che sono porte da cui far entrare la poesia”. Da dove ritiene abbiano origine i suoi versi?,  domanda Pasi a Renzo Favaron: “Vengono da un luogo di affezioni. Quindi più che da un luogo, la poesia nasce dalla distanza. E parla sempre a qualcuno.”

A chiudere il trittico in inedito dialogo nel tardo pomeriggio è stata la complice ironia tra Paolo Agrati e Roberto Mercadini

“Un bel modo di festeggiare la poesia” esordisce Agrati andando poi a rispondere alla domanda di Mercadini sull’esistenza di una gerarchia nella sua scrittura poetica che passa dalla tragedia alla demenzialità: “Tutto il lavoro della mia poesia è basato sulla comunicazione – dice Agrati – uso vari linguaggi per far vivere le diverse corde della mia chitarra”. “Un uragano, portatore di pensiero”, così Paolo definisce  l’amico Mercadini che riflette sulla sua spiccata curiosità, andata crescendo con il tempo grazie ad una profetica visione giovanile. Così, alzando il picco di ascolti, afferma: “Da ragazzo dicevo sempre che se un giorno fossi mai diventato Re avrei voluto avere davanti una pletore di professori da interpellare al fine di afferrare velocemente tutto il sapere possibile”.

“Arrivano lampi, squarci poetici  – dice Paolo Agrati sul finire- che sono in realtà cose già esistenti, e tu sei lì, pronto a coglierli per poi cercare di comunicarli a qualcun’altro. Sei un trasportatore.”

Si chiude così questo esperimento poetico che ha tenuto compagnia gli amici di CartaCarbone per tutto il pomeriggio di domenica toccando emozioni, sfere private e riflessioni grazie ai sei poeti protagonisti che si sono messi in gioco per festeggiare questo ventiduesimo anno della Giornata Mondiale della Poesia. CartaCarbone ha voluto fondere un contemporaneo corrispondere in versi, attraverso un mezzo antico che sa avvicinare.

 

Se volete rivedere gli interventi consultate il canale YouTube e la pagina Facebook e Instagram di CartaCarbone Festival.

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