Per un’educazione al femminile

La sontuosa sala di Palazzo dei Trecento ha accolto l’emergente scrittrice romana Emanuela Canepa, che ha presentato il suo libro d’esordio L’animale femmina, vincitore del Premio Calvino all’unanimità nel 2017.
Annarosa Maria Tonin, scrittrice e letterata, ha tenuto un vivace colloquio con l’autrice, la quale ha sottolineato la piacevole sorpresa nel vedere una così vasta presenza di spettatori.
Il romanzo racconta di Rosita, una giovane casertana scappata dal suo malinconico paese per andare a studiare a Padova, dove conosce un anziano avvocato che riesce a scuoterla dall’inerzia a cui si era abbandonata per molti anni.
L’autrice ha deciso di dedicarsi alla scrittura per dare vita a una storia in cui riflettere sulla figura femminile, mettendo a nudo le contraddizioni delle donne e la fragilità degli uomini.
Nel romanzo la scrittrice ha approfondito le dinamiche familiari, concentrandosi sul comportamento di quei genitori, in particolare delle madri, che cercano di modellare i propri figli secondo l’idea precisa di cosa essi debbano diventare; al contrario di quanto viene mostrato nel suo libro, Canepa sostiene invece che i figli non vadano cresciuti in modo eccessivamente rigido, ma piuttosto assecondati nelle loro scelte personali.
La riflessione si è poi spostata sulla figura della protagonista, che inizialmente è ignara del suo potenziale; nel corso della storia assume invece maggiore sicurezza e diventa più consapevole della propria forza interiore.
Dopo l’introduzione e le osservazioni della relatrice, è stato dedicato largo spazio alle numerose domande del pubblico, che ha partecipato attivamente all’evento.
Nel rispondere ai quesiti posti, la scrittrice ha rivelato alcune curiosità su se stessa: in particolare ha confessato di voler dare meno informazioni possibili nei propri scritti, per non privare il lettore del piacere di arrivare da solo alle conclusioni.
Ha inoltre ammesso di faticare nell’elaborare le trame, ma non nell’ideare i personaggi, le loro caratteristiche e il contesto che li ha prodotti: infatti è un’attenta ascoltatrice delle storie altrui, da cui trae sempre ispirazione.

 

 

Testo e foto di Anna Casellato e Anita Zavan

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